Come aveva già fatto dopo lo sbarco, Insight ha documentato anche questa fase con un reportage fotografico. Una delle due camere, montata sul gomito del braccio robotico, ha mostrato, sullo sfondo della regione Elysium Planitia, primi piani del braccio robotico, del sismografo e della cupoletta che servirà a ripararlo dalle violente tempeste di sabbia che agitano la superficie del pianeta rosso. Le foto aiuteranno gli scienziati della Nasa a scegliere il punto migliore in cui collocare gli strumenti, che lavoreranno a pieno regime tra due o tre mesi. “Stiamo dando una prima occhiata al nostro ambiente di lavoro. La prossima settimana potremo ricostruirlo con maggiori dettagli grazie a un mosaico di foto”, ha chiarito uno dei responsabili della missione, Bruce Banerdt, del Jet Propulsion Laboratory (Jpl) Nasa di Pasadena, in California. A bordo della sonda Nasa c’è anche tanta tecnologia italiana, fornita da Agenzia Spaziale Italiana (Asi), Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) e dall’industria, con Leonardo.
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